IL tema sarà al centro del tavolo di lavoro (ore 16.20), cui parteciperà Salvatore Nicosia, già Dirigente Anestesista, AOU Policlinico San Marco Catania.
L’incontro vuole essere un momento di riflessione comune e proposta sulle leve su cui agire per una adeguata introduzione dei modelli e delle soluzioni di eHealth nel contesto dei servizi assistenziali, in particolar mondo, nell’emergenza.
“In questi ultimi mesi di pandemia l’opinione pubblica ha scoperto i vantaggi di una adozione generalizzata della televisita e dei servizi di telemedicina. Tuttavia, è importante sottolineare che il vero valore aggiunto dell’ehealth va ricercato nella possibilità di attivare un vero cambio di paradigma e l’introduzione di nuove fattispecie nei servizi per la salute” – dichiara Salvatore Nicosia – “L’informatica e il digitale sono elementi di vera innovazione solo se funzionali alla realizzazione di sistemi di intelligenza artificiale, che renda possibile de-localizzare le funzioni e la capacità di monitoraggio dei reparti ospedalieri e, in particolare, della terapia intensiva, fin dentro le abitazioni dei pazienti.
Al di là dei servizi di comunicazione e all’interazione con il personale sanitario, vanno adottati soluzioni innovative in grado di assicurare la raccolta di tutti quei dati clinici che posso contribuire ad addestrare gli algoritmi informatici che devono essere in grado di interfacciarsi e connettersi con i sistemi di sensori, interpretare l’evoluzione degli indicatori, attivare alert e alimentare modelli di analisi predittivi degli andamenti dei parametri di salute del paziente”.
“Al meeting AiSDeT vogliamo proporre una nuova fattispecie di servizio per la salute, che ancora non esiste, che deve fondarsi sull’assistenza domiciliare integrata di alto profilo supportata dall’intelligenza artificiale” – spiega Nicosia, che nel corso degli ultimi anni ha partecipato a diversi progetti europei sul tema – “L’obiettivo dell’eHealth, soprattutto quando applicato alle cronicità, deve essere quello di ridurre al minimo i tempi delle ospedalizzazioni, mettendo il paziente in condizione di vivere ed essere curato a casa propria, possibilmente non a letto, assistito da un sistema informatico di sensoristica non invasiva, in grado di sostituire in toto le funzioni della terapia intensiva. Ad oggi, nonostante la tecnologia a disposizione sia sempre più efficace, un’adozione su larga scala di questi sistemi non è ancora possibile perché mancano sperimentazioni all’esterno dell’ambiente ospedaliero. È importante che anche il PNRR abbia riconosciuto l’urgenza di puntare sull’assistenza domiciliare e riconoscendo un ruolo importante anche al mondo delle imprese che operano nel settore”.
Ci auguriamo che l’incontro possa aiutare ad incontrarsi e dare avvio a nuovi importanti programmi di sperimentazione, che devono essere scalabili, multipatologici, multirealtà, multiaziendali, meridionalizzati e multiregionali” – conclude Nicosia.